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      Bisognava fuggire e tuttavia sentivo con spavento un passo leggero dietro di me, il passo di chi sorveglia. Se mi voltavo ad un tratto, vedevo un'ombra sparire, ma non ne potevo afferrare i contorni. Il cuore mi batteva forte per la fretta di fuggire e per l'ansia di andarmene inosservato.
      Così, fingendo l'indifferenza di chi non pensa a nulla, mi avvicinai all'uscio e, presa la bicicletta, con un salto le fui sopra e via come il vento. Ma ecco che mi sentii subito inseguito da molti passi accorrenti e li sentivo vicini e non potevo guadagnar vantaggio per quanto arrancassi e faticassi. Erano i carabinieri che mi urlavano alle calcagna di fermare perchè la bicicletta non era bollata e non aveva pagato la tassa. La terribile parola mi assordava: "tassa! tassa!"
      Volevo voltare a destra, ma in fondo alla strada vidi un crocchio di persone slanciarsi contro di me. Erano gli uscieri che mi correvano addosso, urlando: "Contravvenzione! Contravvenzione!", mentre dalla via di sinistra accorrevano le guardie di pubblica sicurezza e gridavano: "Multa! Multa!"
      Disperato e cieco di spavento, infilai la via diritta e mi ficcai in città; ma sulla porta i gabellieri abbaiarono: "Dazio! Dazio!" e m'inseguirono anch'essi.
      Corsa sfrenata e macabra! Tornai all'aperto, faticavo terribilmente, ma gli inseguitori mi erano sopra e sentivo il loro fiato vinolento sul collo. La strada era deserta e tra le imposte cadenti delle case dei contadini, dalle porte delle stalle abbandonate, mi alitava in faccia la peste della pellagra.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487