Ad ogni cancello pendeva un bando di vendita, bianco come un lenzuolo mortuario, e il grano marciva sullo stelo, e il grappolo, roso dalla filossera, imputridiva sul tralcio, sotto il sequestro dell'esattore. La vita era solo nei boschi dove la scure dei carbonai schiantava le quercie staggite, lasciando pochi cespugli pel ricovero de' banditi. E avanti, avanti, nella corsa pazza, lungo i fiumi che ruppero gli argini, sotto i monti che franano, vicino alle bocche delle solfatare di dove erompe l'urlo del martirio, per le piane paludose fumanti di malaria, tra locomotive infrante dall'urto, le grida di pietą, gli ululati dello spasimo, i rantoli dei moribondi, e lontano, all'orizzonte, era un inno trionfante di trombe ed una pompa di pennacchietti bianchi. E avanti, avanti, inseguito dagli urli: "Tasse! Multe! Contravvenzioni! Dazio!" e senza altro fiato ormai che per ansare il virgiliano: "Heu fuge crudeles terras, fuge litus avarum!"
Le gambe diventavano pił rigide, il fiato pił corto e il pericolo pił vicino, quando il segno del confine mi apparve in fondo alla pianura; ma pił mi affaticavo, pił quel desiderato segno si allontanava. Temevo che mi si spezzasse qualche cosa nel petto, ma il terrore mi reggeva le forze, finchč in un ultimo e disperato impeto, raggiunsi il segno e caddi sull'erba al sicuro. Al di lą i latrati finirono in una bestemmia e si allontanarono.
Ah, come respirai! Un vecchio lacero, inscheletrito, pieno di lividi, lasciņ di coglier ghiande e mi guardņ sorpreso.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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