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      Mi rimane solo l'impressione di una frotta di signori e di preti, tutti in piedi e silenziosi.
      Non mi pare che ci fossero donne.
      In fondo, nella penombra, sopra un trono rosso, era un fantasma bianco, Pio IX; e noi, dopo tre genuflessioni, ad uno, ad uno, prostrati, salimmo colle ginocchia tre gradini e baciammo il piede santissimo, posato sopra un cuscino.
      La calzatura mi sembrò di velluto, ma mi ricordo solamente che c'era sopra un ricamo in oro, forse una croce, il cui contatto era aspro alle labbra. Stando così bocconi non potei vedere il Pontefice, nascosto nella semioscurità e camminando all'indietro, dopo tre altre genuflessioni, uscimmo, sempre in quel silenzio profondo e quasi cupo che solo mi resta nella memoria, perchè tutti gli altri particolari li ho scordati; tanto la cerimonia ci lasciò indifferenti.
      Risaliti, ci disposero in due file, sempre in ginocchio, lungo un ampio corridoio, di dove il Pontefice doveva passare. Parlavamo sotto voce dolendoci della supplica andata a male, quando il mio vicino, meno letterato, ma più animoso di me, disse: farò la domanda io. Non gli credemmo.
     
     *

      * *
      E il Papa venne, sempre accompagnato da quello strano silenzio che sorprendeva. Allora lo vidi bene, tutto bianco, un po' grasso, colla testa alta, come di persona che conosce la propria autorità e con un sorriso immobile ed immutabile come lo hanno gli artisti di teatro. Era un bell'uomo e si vedeva subito che era il primo tra tutti dal passo franco e dalla distanza che lasciava tra sè ed il codazzo di vesti rosse, paonazze e nere che lo seguivano con un sommesso fruscìo di seta strisciata sui tappeti.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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