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      Il miracolo non lo fa Loreto, ma quelli che fanno credere a Loreto. E mentre pensavamo così, udimmo la nota stridula di un coro stonato.
     
     *

      * *
      Erano pellegrini che venivano chi sa di dove? Forse dagli Abruzzi.
      Cenciosi, polverosi, schifosi, salivano le scalinate del tempio in ginocchioni, gridando "Viva Maria!" mentre le rivenditrici chiudevano a furia le vetrine e nascondevano tutto.
      Pare che questi piissimi pellegrini, se hanno molti scrupoli nell'anima, ne abbiano pochi nell'ugna, e quando appaiono cantando in fondo alla via, il coro si sente accompagnato da uno stridìo di serrature prudenti che invocano la protezione, non della Santa Vergine, ma dei Reali Carabinieri.
      Cantavano, come ho detto, trascinandosi sui ginocchi e nelle faccie gialle estenuate e negli occhi smisuratamente aperti era l'aura dell'epilessia. Dopo un poco, non più sulle ginocchia, ma distesi a bocconi, baciavano la terra, come se dovessero farsi perdonare qualche tradimento.
      Due vecchie orribili leccavano il pavimento con la lingua bavosa, sorrette alle ascelle da due megere che strillavano. Così furono trascinate sino all'altare, lasciando una striscia sudicia che pareva una pelle di serpente striata di sangue. Che terribile grazia dovevano implorare quelle due streghe? E allora la frenesìa dei pellegrini giunse quasi al furore della convulsione, così che, tra noi, qualcuno cominciò ad impallidire. Quelle non ci parevano più forme umane, ma fantasime dolorose, figure paurose di un sogno febbrile.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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