I successori di Don Campidori e di Don Bertoni potranno ricondurli alle prodezze antiche ed inalberare il vessillo giallo e nero sul ponte e portare in trionfo un'altra baldracca gridando:
Viva la sposa Nina,
Viva Gesù e Maria,
Viva l'imperator!
bastonando in nome del Pontefice e assassinando in nome di Dio. E la preparazione si sta facendo.
Questo ideale, per fortuna di molti, non è ancor prossimo a diventar realtà. Le leggi non lo consentono. Ma se questo furioso vento di reazione spazzerà le nubi che la libertà accumulò nel puro cielo del sanfedismo, ci si potrà pensare, a Faenza, nella patria del mio povero Cencio Caldesi!
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Tuttavia se questo, errato o no, era il concetto che io mi faceva degli intenti e dei metodi messi in vigore dalla propaganda clericale in Romagna e più in Faenza, come azione o piuttosto reazione politica, assai più alte e più gravi erano le ripugnanze che io provavo e provo per la religione intesa a quel modo.
L'argomento è delicato e non v'insisterò, non volendo in modo alcuno offendere la sincera credenza altrui; ma mi pareva e mi pare che questa religione ristretta alle esteriorità, al culto delle immagini, al commercio delle messe, al merito della velocità nel recitare di seguito formule spesso non intese e, più che altro, alla raccolta del denaro sotto varii pii pretesti, non sia più la religione di Cristo, come l'ho vista nel suo Vangelo.
Certo io sono un cristiano molto ordinario e alcune massime del santo libro non le sento e non le pratico.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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