Il che può parere men che bello a me o a chi pensi come me, ma non lede in nessun modo l'onorabilità del questuante.
E nemmeno sarebbe lesivo alla riputazione di Monsignore il ricordargli che, non da breve tempo, Egli è debitore verso una onorevole Ditta di qui, della miseria di sei lire e centesimi, e che, sollecitato e pregato, non pagò mai. Sarà dimenticanza prodotta dalle occupazioni che Gli procura il riscuotere, ma se Glielo ricordassi, in che l'offenderei? A questa stregua anche le sollecitazioni del creditore sarebbero offesa al debitore moroso! Ma, tornando al discorso di prima, le informazioni che ricevetti rispondono a quel che in buona fede io ritengo vero, ma che Monsignore m'interdice di provare, benchè lo potessi provare, e che, al postutto, anche dopo la prova, non offenderebbero, almeno per quel ch'io scrissi, l'onor suo di privato o di pubblico funzionario.
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Perchè, intendiamoci bene; dico per quel che io scrissi. Il Pretore di qui, mi citò con mandato di comparizione, mi mostrò il numero incriminato del "Lamone" e mi contestò l'accusa. Prima che egli assumesse il mio interrogatorio, come a privata e cortese persona che egli è, dissi che non era io l'uomo da negare la mia firma anche sotto il velo più o meno trasparente di un pseudonimo; ma che, ignorando se e come la mia deposizione avesse potuto influire sulla posizione giuridica dei miei coimputati, da me nemmen conosciuti, mi valevo del diritto di riservarmi a rispondere all'udienza.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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Monsignore Ditta Glielo Monsignore Pretore
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