Questo certificato che mostrava chiaro come Monsignore poteva venire benissimo all'udienza, fu stimato dal Tribunale prova concludente del contrario. Forse, in questo stadio del Giudizio, Monsignore addurrà qualche incomodo più grave; forse, dopo le scarrozzate estive di Fognano e d'altri luoghi, non potrà più passare sessantaquattro minuti in ferrovia, in prima classe, per venir qui a godere la lauta ospitalità comitale che lo attende. Ma questo lo vedrà la Corte Ecc.ma.
Il fatto è che l'assenza di una delle parti non facilitò certo la conciliazione. Io avevo detto all'amico Avvocato che mi assisteva: - Senti: ho scritto un opuscolo per mostrare che non ho offeso nessun Cantagalli a questo mondo; sono venuto io, sei venuto anche tu a confermare e sostenere lo stesso, davanti al Tribunale; dunque, che cosa dovrei io dichiarare al Cantagalli? Dovrei, contro verità e contro coscienza, ammettere e dichiarare di averlo scientemente e atrocemente offeso, per dargli il gusto di una ritrattazione? Ma che base di conciliazione si può cercare e trovare quando una delle parti nega l'animus injuriandi e l'offesa? Tuttavia se questo dovesse in qualche modo intralciare o danneggiare i propositi e gli interessi degli altri accusati, ti conferisco pienissimo mandato di trattare, purchè siano salvi la coerenza e l'onor mio, che so del resto affidati in buone e leali mani. -
Si accozzarono le parti e si trovò che il Vescovo si sarebbe conciliato quando i querelanti non solo avessero consentito alla loro umiliazione, non solo avessero chiesto pentiti e mortificati il perdono confessandosi col «Pater, peccavi!
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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