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      Se gli scrittori non apparvero, qual colpa è la sua? Perchè dunque non solo accusarlo, ma vilipenderlo?
      E di dove vengono questi aristocratici disprezzi per l'umile Cireneo che porta l'altrui croce a campare la vita? Non avete a fronte gli autori veri e interdicete la facoltà di prova al Gerente col pretesto che il Vescovo non gli vuol consegnare la sua nobile e intemerata vita, salvo a riservarsi il diritto di scrutare e di gettare in pascolo alla curiosità pubblica la vita, se non nobile, almeno in regola colla legge, del povero ciabattino! Ah, se i nobilissimi atti della vita di Monsignore sono tutti come questo, povero a lui! Egli che querela me nella sua qualità, a quanto sembra, di Gerente responsabile dell'onore mondano del suo gregge! Troppo alto disprezzo, troppo arrogante superbia in bocca di un Ministro di quel Cristo che glorificò gli umili e non sdegnò nemmeno il lebbroso! E se lo sprezzo era vero, perchè tanto calore per far condannare lo spregiato? E se lo sprezzo era finto, con che carità, con che onestà lo si ostentava nel Pretorio?
      E perciò, e non a me solo, la negazione delle prove parve dipendere da altre e più riposte ed intime ragioni, poichè le vite veramente rispettabili ed intemerate non sogliono temer la luce anche se chi porta la lampada è un povero ciabattino. Ma queste ragioni a me non spetta indagare.
      Il Tribunale risolse l'incidente in favore della Parte Civile ed allora la difesa del Lamone ne propose un altro. Chiedeva l'audizione con giuramento del querelante secondo il non discutibile disposto dell'Art.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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