Pagina (322/487)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E passiamo all'altra cosa dove s'asconde sì gran misfatto!
      «E del resto accidenti a chi ci tiene. Il Guerrini (nella sua auto-difesa in atti a pagina 31) chiama questo verso frase troppo famigliare e volgare in bocca di un Vescovo. Habemus confitentem reum si può dire. Perchè la ingiuria in quanto lede il decoro, consiste appunto nella volgarità delle parole che si attribuiscono gratuitamente a persone in posizione socialmente e moralmente elevata, cui non può adattarsi linguaggio triviale. Come nella specie non può adattarsi al decoro del Vescovo il verso in discorso.
      «Ma vi è di più; tale verso esprime sprezzo della autorità cardinalizia per delusa ambizione.
      «E quindi sarebbe indegno ed inqualificabile il Vescovo che così si esprimesse; per cui un tale linguaggio diventa un'ingiuria atroce; meglio il nondum matura est della volpe famosa che vista uva matura e magnifica la sprezzò poi col dirla acerba, riusciti vani gli sforzi fatti per poterla cogliere.»
      Noto, prima di tutto, che nel citare le mie parole l'illustre Avvocato procede, secondo il solito suo sistema, ad una piccola ma importante amputazione. Non dissi solo «frase troppo famigliare e volgare»; aggiunsi anche, «ma non offensiva» e queste tre parole (di tanto che abbiamo il reo confesso di offesa!) l'illustre Avvocato credette utile nella sincerità sua, di ommetterle!
      E permetta poi che io non sottoscriva alla Sua notissima massima di ermeneutica legale che «l'ingiuria, in quanto lede il decoro, consiste appunto nella volgarità delle parole che si attribuiscono gratuitamente a persona in posizione socialmente e moralmente elevata, cui non può adattarsi linguaggio triviale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





Guerrini Vescovo Vescovo Vescovo Avvocato Avvocato