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      Se negate al Vescovo la qualità di pubblico ufficiale, che cosa sarà Egli, al conspetto della Giustizia, se non un semplice cittadino? E se Egli è tale, di che privilegi gode perchè un linguaggio volgare e famigliare messo in bocca sua costituisca per ciò solo, ingiuria a Lui? Ma supposto pure, (confitentem reum, illustre Avvocato?) supposto che io, volendo combattere un partito abbia mal misurato i colpi, oltrepassato il bersaglio e colpito invece, per errore, la Sacra Persona di Sua Eccellenza, in che mi aggraverebbe la dignità di Vescovo di cui Sua Eccellenza è degnamente rivestita? Ma l'illustre Avvocato non conosce forse il Codice Penale che, in questo caso, all'Art. 52 dice espressamente che – «non sono poste a carico dell'autore le cause aggravanti che derivino dalla qualità del danneggiato?» E se secondo il diritto nostro, la qualità di Vescovo in chi si pretende offeso non può aggravare il preteso offensore, come mai potrebbe creare un reato ex se? E tale sarebbe quello che si pretende commesso da me, se dovesse menarsi buona la teorica dell'illustre Avvocato Capretti, che «l'ingiuria, in quando lede il decoro, consiste appunto nella volgarità delle parole che si attribuiscano gratuitamente a persona in posizione socialmente e moralmente elevata cui non può adattarsi linguaggio triviale.» Strana teoria! La posizione (come dice elegantemente l'illustre Avvocato) secondo legge non può nel mio caso nemmeno aggravare e secondo l'illustre Avvocato invece qualifica di per sè il reato!


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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