Via! Non se n'abbia a male l'illustre Avvocato se preferisco di seguire il Codice e non Lui!
E seguito notando che triviale è una delle gratuite ed ingegnose amplificazioni Sue per rendere più odioso il concetto mio: io dissi famigliare e volgare e non triviale. O che ora il Volgarizzamento delle Vite dei SS. Padri dovrà tradursi in (come si direbbe?) trivializzazione? Lingua volgare vorrà dire lingua triviale? E poi di dove cava fuori l'illustre Avvocato che il mettere in bocca ad alti personaggi frasi famigliari e volgari costituisca la essenza del reato d'ingiuria? Ma con simili frasi e parole, siano pur anche triviali come piace a Lui, si possono dire santissime cose e con frasi elette dire cose vituperevoli. Mi perdoni l'Ecc.ma Corte se sono costretto a discendere fino a darne la prova. Porco (domando scusa) è vocabolo triviale applicato a persona; ma s'ingiurierebbe un Vescovo mettendoglielo in bocca nella riprensione ad un ubbriaco? Bugiardo, non è così triviale, ma passibile degli Art. 393 e 395 del Codice Penale se diretto a persona; ma c'è ingiuria a metterlo in bocca ad un Vescovo che parli del diavolo? Cuntàgg, che in piemontese equivale al nostro accidenti, è vocabolo famigliare e volgare, e pure lo si metteva in bocca, e per stampa e in mille caricature, ad un Personaggio ben più elevato che non sia un Vescovo, anzi sacro ed inviolabile, il defunto Re d'Italia! E le barzellette tradizionali del Papa Lambertini? Ebbene, io ho messo in bocca ad un Vescovo la parola accidenti diretta come famigliare e volgare disapprovazione, non come imprecazione, a chi si strugge di avere il cappello, vale a dire agli ambiziosi; supposto che l'ambizione del cappello sia cosa riprovevole.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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