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      Oh, l'illustre Avvocato lo trova subito! L'animo inumano, crudele, schernitore, dileggiatore. E non basta questo colmo di ironia, questo cinismo feroce messo in bocca ad un Vescovo per concretare il reato di ingiuria?
      Ma no, illustre Avvocato, la causa che muove al riso il mio Vescovo non è quella che, bontà sua, imagina Lei, ma quella che espressi in tutte lettere io. L'ho stampata io nell'ultimo verso del terzetto che Ella sembra qui separare dal resto (benchè poi affermi il contrario) o con una virgola o con un punto; Ella che dei punti e delle virgole tiene così poco conto allorchè si tratta di collegare periodi e idee diverse e separate, con uno spicciativo ben s'intende! Non c'è punto e non c'è virgola e quel verso fa parte integrale, inscindibile del periodo, perchè in esso è espressa la cagione del riso, il movente dell'azione che Ella cerca dove non è, vale a dire in sentimenti vituperabili che imagina Lei.
      Il Vescovo da me ideato non è così sciocco ed inumano come a Lei pare; è intelligente e sereno. Ride, ma non già degli affamati, non già della fame, bensì del modo ridicolo e balordo con cui queste dimostrazioni, che paiono minacciare il finimondo, si chetano coi viva e cogli abbasso. E se quel verso non contenesse la ragione del riso episcopale, che ci starebbe a fare in questo terzetto, zeppa inutile e senza perchè?
      I dimostranti, gli affamati di pane o di libertà si appagano delle proprie grida di viva e di abbasso e si chetano. Di questi mezzi inadeguati per raggiungere il fine, di questa montagna oraziana che partorisce il ridicolo topo, il filosofo che guarda dalla finestra, ride.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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