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      «Riputati per santi dagli sciocchi?» Habemus confitentem reum! La stolta mansuetudine del gregge suo vile!!
      E quante altre belle cose avrebbe detto l'illustre Avvocato Capretti per mostrare come io, informato, ma nello stesso tempo censore di ciò che ignora, avrei eccitato la gente ignorante al delitto. E quante belle cose avrei dette anch'io in quel sonetto! Se non che le disse Francesco Ruspoli fiorentino e non Sindaco di Roma, la bellezza di quasi tre secoli addietro, quando non eravamo nati nè io, nè Monsignor Cantagalli e nemmeno l'illustre Avvocato Capretti.
      Veda dunque l'egregio Nasi che cosa poteva capitare a me, mandando quel sonetto senza informarmi e che cosa poteva capitare all'illustre Avvocato Capretti nell'esaminare brevemente la portata giuridica di questa poetica produzione.
      Fu bene insomma che m'informassi per non lasciar stampare quattordici versi che potevano parere ingiuriosi, contumeliosi, eccitatori di odio e di sprezzo e lesivi all'onore di Monsignor Cantagalli. Fu male, perchè dopo i comenti, dopo le ingegnosità interpretative dell'illustre Avvocato Capretti, saputo il nome e l'età dell'autore, si sarebbe riso un poco. Fu bene perchè al sonetto del Ruspoli ne sostituii un'altro più brutto, ma nella mia convinzione e nella mia intenzione non ingiurioso, non riprensibile. Fu male perchè, se avessi mandato il sonetto dell'arguto fiorentino invece del mio, ora non stancherei la Corte Ecc.ma con queste parole.
      Resta dunque che se io sapevo che quei versi erano destinati al numero del Lamone edito pel giubileo del Vescovo di Faenza; che se io sapevo (e lo so pur troppo!


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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