) è il caso nostro.
Poichè l'illustre Avvocato, forse perchè patrocina gli interessi di un Vescovo, si crede investito della potestà sacerdotale di sciogliere o legare a suo modo, «Legando questa terzina alla terzina che precede!». Ma chi gli ha conferito questa autorità? Veggo bene che in fatto di punti e di virgole l'illustre Avvocato è un fiero rivoluzionario, anzi un sanculotto a dirittura, ma gli faccio notare che tra il primo e il secondo terzetto c'è un punto fermo, impedimento canonico e civile a che il matrimonio si combini e si consumi tra i due terzetti, per quanto sia grande l'abilità dell'intermediario che lavora alle nozze. Intanto ha senso di conclusione e non di un terzetto solo, ma di tutto il sonetto. Tanto è vero che, stando all'ermeneutica dell'illustre Avvocato, avrei fatto dire a questa figura, che Egli vuole sia quella del Vescovo Cantagalli, una castroneria che può passar per la mente di pochi. Stabilendo infatti il rapporto di assoluta contemporaneità tra le azioni dei due terzetti, si avrebbe questo bel costrutto, che proprio mentre il furore degli affamati mette a pericolo la città, il Vescovo dissanguerebbe e manderebbe a dissanguare il suo gregge! Ah, il momento sarebbe ben scelto! Già! Sarebbe appunto quando la folla infuriata strappa lo stemma dall'episcopio, che Monsingor Cantagalli manderebbe in giro il piattino e le cassette per raccogliere l'obolo! Ma che si celia?
E ricordato di nuovo che il Pastore, nel terzetto precedente non deride punto gli affamati, ma ride della facile balordaggine con cui si chetano, noto che quando l'illustre Avvocato scrive «tosando, cioè dissanguando», dice più che uno sproposito, perchè qui la sinonimia non solo non è corretta, ma non è onesta.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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