Pagina (363/487)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quanti salgono sul pergamo e predicano con Paolo ai fedeli «Supportantes invicem et donantes vobismetipsis si quis adversus aliquem habet querelam» e scesi dal pergamo danno querela! Quanti dallo stesso altare benedicono i giornali amici e scomunicano i nemici, sapendo pure che Giacomo diceva «Ex ipso ore procedit benedictio et maledictio. Non oportet, fratres mei, haec ita fieri». E ricorrono volontieri ai Giudici ed alla Legge sapendo pure che Paolo disse «Lex enim iram operatur» e aggiunse: «Non «vosmetipsos defendentes, charissimi, sed date locum irae» e così fomentano ed avvelenano dissensioni e odi nelle città e nelle famiglie, scordando quel che Iddio disse ad Ezechiele «Vae pastoribus qui disperdunt et dilacerant gregem pascuae meae». Quanti danno querela per pretese ingiurie, commentando poi il testo dell'Apostolo «Quare non magis injuriam accipitis?» Quanti praticano le massime di Paolo ai Corinti «Charitas patiens est, benigna est» con tutto il resto? Quanti, nel livido terrore di una pasquinata, non abbassano se stessi e il sacro ufficio loro fino a maledire ed a voler condannata al Tevere la povera statua di Pasquino? Ma questi sono testi vecchi. Il nuovo testo lo lessi in un giornale di qui, raccomandato da Lei, Monsignore, che in una corrispondenza da Faenza, a proposito di certi preti che picchiavano di santa ragione chi non era del parer loro, diceva «La pazienza è la virtù dell'asino». Se questi sono gli insegnamenti che il clero faentino, il Suo clero, impartisce ai fedeli, a chi mancherò io di rispetto ricordando che Paolo disse «Patientia autem (operatur) probationem» e che chiamò il Signore «Deus patientiae?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





Paolo Giacomo Giudici Legge Paolo Iddio Ezechiele Apostolo Paolo Corinti Tevere Pasquino Monsignore Faenza Paolo