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      A questo paragrafo che tocca veramente il cuore e desta negli animi ben fatti la più tenera commozione, si può rispondere. 1°. Che non riconosco affatto e tanto meno di essermi maliziosamente compiaciuto di basse e plateali ingiurie. 2°. Che non rivelo, nè nell'opuscolo, nè altrove alcuna prevenzione ostile al Vescovo, bensì una avversione alle teorie politiche ed ai mezzi coi quali da Lui o da altri si vogliono far trionfare; perchè se il Vescovo non mi aveva fatto nulla personalmente fino al giorno della citazione, combatteva però contro la causa e gli ideali miei. Che cosa ha fatto personalmente Martino Lutero a Monsignore? Nulla; eppure non gli risparmia vituperi e maledizioni! 3°. Che quando s'invoca la vecchiaia come ragione di rispetto, di intangibilità, di irresponsabilità, non ci si butta col capo fitto nelle battaglie dei partiti e delle fazioni, organizzando e fanatizzando i partigiani e spingendoli alle zuffe, per invocare poi il rispetto alla tarda età quando si comincia a sentire il fischio dei colpi. Chi va alla guerra è sempre giovane. Se Monsignore vuol essere il Generale del suo partito, accetti la responsabilità che gli incombe e non si nasconda sotto un pretesto od una toga. 4°. Il benefattore della città lo conosciamo. Ce l'hanno fatto anzi conoscer meglio i suoi Avvocati. Parroco a San Vitale, restaurò la Canonica; Parroco ai Servi, restaurò la Canonica; Vescovo restaurò l'appartamento nobile dell'Episcopio, riedificò lo scalone e trasformò l'atrio dell'Episcopio stesso.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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