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      E coraggio perchè ci avviciniamo alla fine:
      «Ed ora due osservazioni e chiuderemo questa parte della causa».
      «Il Guerrini si difende, oltrechè col ribadire l'ingiuria, minacciando nuovi attacchi a Monsignor Cantagalli: infatti scrive: «fossi pur condannato scriverò ancora e sarò forse condannato ancora, ma non omnis moriar e finchè durerà la carta stampata (viva la modestia) durerà la memoria di Monsignore».
      Non ho ribadito nè rinnovato ingiurie, tanto è vero, che l'opuscolo mio, non coperto dall'Art. 398 del Codice Penale, non fu querelato. Quanto al viva la modestia (oh come, illustre Avvocato, ed usa anche Ella questa formidabile e spaventevol faccenda che è l'ironia?) mi duole di dire all'illustre Avvocato che, forse per mia oscurità o forse per la sua tendenza a sognare il male piuttosto che il bene, non ha capito niente. Io sono a capo di una pubblica Biblioteca dove si conserva e dura la carta stampata, così la mia come quella dell'illustre Avvocato, e perciò non omnes moriemur e durerà la memoria di tutti; anche quella di Monsignore. Ecco l'orribil fatto e prego l'illustre Avvocato a rinfoderare la crudelissima ironia.
      E l'illustre Avvocato segue così; poichè le parole qui sotto sono la continuazione di quelle di sopra:
      «Ebbene, si diverta il sig. Guerrini, ormai sappiamo che egli intende attaccare per il gusto di vilipendere il Vescovo Cantagalli e per ispregiare le leggi che stanno a tutela di tutti i cittadini e che non sanciscono alcun privilegio di impunità per i poeti ancorchè massimi o popolari».


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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