Veramente, qui sentit commodum sentire debet et onus, ma riconosciamo che, a detrimento della rispettabilità Sua, egli può rinunciare ad un diritto (supposto che l'abbia) se gli torna a conto. Ma perchè torna conto al Vescovo il negare la prova dei fatti? La risposta a questa domanda era troppo facile e le Eccellenze della Corte la sentono certo chiara e sonora nella loro coscienza di Magistrati e di galantuomini.
Ma poichè la negazione delle prove e la contumacia di Monsignore non riguardano me se non in quanto resero il processo già instrutto, anzi giudicato, fino dalla emissione delle ordinanze, ritorno al Pubblico Ministero, che consacrò tre buoni quarti della sua requisitoria a quei poveri quattordici endecasillabi.
Egli, volendosi mostrare colto com'è, ricordò forse il costume antico d'inghirlandare le vittime condotte al sacrificio e m'inghirlandò con molte lodi, di cui gli son grato, benchè già dai fiori dell'esordio prevedessi le spine della perorazione. E in questo lodevole desiderio di mostrarsi colto anche in materia di lettere, oppose a me piccino il gigante, proponendolo come esempio e opponendolo come rimprovero; gittò in faccia al povero versificatore niente meno che l'esempio, l'autorità e le parole di Giuseppe Giusti!
Autorità ed esempio, mi scusi il Pubblico Ministero, scelti fuor di proposito. Egli mi rilesse un brano di quella infelicissima e faticosa cantafera sul Parini che, non per mia sentenza, è una delle più scipite e miserevoli cose del satirico toscano.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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