Solo ringrazio, me lo permetta e condoni l'Ecc.ma Corte, gli amici Golinelli, Berenini e Tassi, i quali, benchè convinti della inutilità dei loro sforzi, vollero rimanere sul loro banco a difendermi con tutto l'animo, la passione e l'ingegno, un poco per la loro benevolenza verso di me, ma molto più, ne sono certo, per la convinzione sincera e disinteressata che la ragione e la giustizia fossero dalla parte mia.
LE REPLICHEDELLA PARTE CIVILE
Primo a replicare fu l'Avv. Paganuzzi, ma l'arringa sua poco riguardò i casi miei e, forse anche, poco la causa. Anima ingenua, cattolico convinto della nuova scuola, capo attivissimo di quei recenti organismi che la reazione militante adopera per mutare il presente nel passato scivolando tra un articolo e l'altro delle leggi patrie, ci fece l'apologia non richiesta dei Comitati cattolici da Lui instituiti e si rese garante della loro obbedienza alle leggi dello Stato. Protestò anzi che queste leggi fino a quella delle Guarentigie erano dai suoi tutte riconosciute ed accettate. Il che, a primo colpo, mi fece qualche impressione, sapendo bene che il Sommo Capo del partito non le accetta e non le riconosce e che i cattolici, più che adesione ed obbedienza, hanno vera venerazione di latrìa verso il loro Capo, sia che si affermi Vicario di Dio, sia che si atteggi a Pretenderete di un regno di questo mondo. Ma la sorpresa cessò quando mi ricordai la lettera di Pio VII a Ferdinando di Napoli (10 dic. 1816) nella quale il Pontefice scusandosi col Re dell'aver riconosciuto Giuseppe Bonaparte, diceva di averne riconosciuto solo il possesso di fatto, non la legittimità del dominio.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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