E così mi spiegai come un Vescovo di queste Romagne possa ricorrere ai Tribunali Regi e perciò accettarli e riconoscerli, sebbene conseguenza dei plebisciti che detronizzarono il Pontefice come Sovrano. Essi accettano e riconoscono lo stato di fatto, anzi se ne servono dove torna loro il conto, ma fanno le loro riserve quanto alla legittimità. Accettano il fatto (San Marco per forza!) ma negano il diritto. Così con questa sottile e comoda casuistica, metton d'accordo gli interessi e la coscienza, l'exequatur col non expedit, Iddio col Diavolo: possono protestare il loro ossequio alla legge, anzi della legge servirsi, pur disconoscendo la legittimità delle Autorità da cui emana, pur lavorando scopertamente alla distruzione di un ordine di cose che il loro Capo venerato dichiara illegittimo ex cathedra. I Vescovi, i preti, i cattolici militanti osservano la legge, ma come constituiti sotto potestà ostile ed operano alla sua distruzione. Obbedisce il corpo, ma lo spirito è ribelle e se ne vanta. Nè io dico questo per l'avvocato Paganuzzi, uomo evidentemente retto e di buona fede; lo dico per chi vanta la sottomissione dei cattolici alle leggi come prova della loro accettazione dell'unità della Patria. La gesuitica distinzione di Pio VII li illumini e facciano voti che i cattolici accettanti il fatto, non trovino in un disastro o in un rivolgimento, l'occasione di discutere anche il diritto e la legittimità. Se ne avvedrebbero bene allora!
Ma questo sia per incidente, benchè abbia pur qualche attinenza alla causa.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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