E se si vorrà porger l'orecchio alle Encicliche di Roma, alle Notificazioni di Faenza, alle aperte ed ingiuriose ribellioni di Vescovi che lo stesso mite Guardasigilli dovette punire e costringere all'ordine ed alla legge, che altro occorre per provare a luce di sole che il partito cattolico non è che un partito politico, che i suoi capi sono capi politici, che quest'istesso processo non è assolutamente altro che un processo politico? È inutile martirizzarlo sul letto di Procuste di pochi articoli del Codice, è inutile porgli la maschera della personalità e della ingiuria. Non è Don Cantagalli, non è Argia Sbolenfi che siano in causa. Tutto l'apparato procedurale, tutta la carta bollata che si scrisse, tutte le chiacchiere che facemmo e faremo, non possono nascondere il vero agli occhi del Magistrato sagace. Il processo è politico. Sono il Vaticano ed il Quirinale, l'Aventino forse, che proseguono la loro lotta ostinata e passionata nella parola degli umili, come la cominciarono coll'esercito dei forti.
Quando si condannavano i Vescovi per non aver cantato il Tedeum, i loro difensori dicevano che la Legge era un pretesto sotto cui si celava la politica e scagionavano con ciò i loro clienti. Ora che i Vescovi fanno condannare noi, rispondiamo con maggior ragione che questi processi non sono che politici e ci rivolgiamo alla integra coscienza del Magistrato perchè indaghi e apprezzi tutto l'elemento passionale, di uno status belli fierissimo e diuturno.
Che articolo di Codice regola i colpi in una battaglia?
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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