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      E sia così. Anche a me pareva che il concetto della contumelia fosse mal separabile da quello dell'ingiuria. Ora vediamo come il contenuto offensivo si esplichi in espressioni oltraggiose, parole di disprezzo ed invettive e nel mio sonetto:
      «Tale contenuto offensivo si riscontra a ribocco nel sonetto Parla il Pastore in cui il Sacerdote viene dipinto quale trafficante della fede, il Ministro di Dio non curante delle afflizioni e bisogni del povero, sfruttatore per ingordo appetito del povero stesso, avido ostinato di beni terreni».
      Le Eccellenze della Corte non crederanno ai propri occhi, ma la Sentenza possono riscontrarla e dice proprio così! Queste espressioni oltraggiose, parole di disprezzo ed invettive costituiranno il reato d'ingiuria e anche peggio se si vuole, ma la verità è che nel sonetto «Parla il Pastore» non si ritrovano affatto. Si trovano bensì nel sonetto dell'illustre Avvocato Capretti, sono Sue, tutte Sue, inventate e stampate da Lui e la Sentenza le ricopia fino allo sfruttare sostituito al mio tosare: ma se le espressioni oltraggiose e le parole di disprezzo sono dell'illustre Avvocato Capretti e non le mie, perchè si conclude col condannare me che non solo non le dissi, ma nemmeno le pensai e l'Autore vero che le pensò e le scrisse non ne porta nessun rimprovero? Perchè seggo io sul banco degli accusati e l'illustre Avvocato Capretti su quello della Parte Civile?
      Ora io chieggo alla Ecc.ma Corte che giudichi me sulle parole mie e non su quelle dell'illustre Avvocato Capretti, come fece la Sentenza appellata.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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