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Ah no, Eccellenze della Corte, qui mi sia permesso di interrompere, poichè non siamo più davanti a un caso di poca diligenza, ma di gratuite affermazioni contrarie, non solo alle parole mie, ma alla stessa verità! Come! Nelle stesse pagine che si citano contro di me, affermo che «del Lamone non avevo mai visto un numero», che «il sonetto fu stampato sul primo esemplare del Lamone ch'io vedessi mai in vita mia», e il sonetto, secondo la Sentenza, riassume tutte le imputazioni e tutte le offese del Lamone al Vescovo! Avrei dunque affermato il falso. Grazie tante! ma in questo caso perchè le mie parole fanno fede contro di me? E poi quali imputazioni, quali offese riassunsi io mai in quel sonetto? Il sonetto è qui e si può vedere. Le imputazioni e le offese cui si allude sono quelle di «trafficante della fede, Ministro di Dio non curante delle afflizioni e bisogni del povero, sfruttatore per ingordo appetito del povero stesso, avido ostinato di beni terreni» tutte belle cose che nel sonetto non sono nè dette, nè riassunte e nemmeno accennate. Sono parole dell'illustre Avvocato Capretti e non mie, e la Sentenza di un Tribunale Italiano vorrà desumere dalle parole altrui, dalle poco felici e molto odiose esagerazioni ed alterazioni de' miei detti, fatte da un Avvocato avversario per interesse di causa, la prova provata del mio animus injuriandi? È strano! È enorme! Eppure da queste premesse la Sentenza concluse alla pena!
E siamo al fine. Nel mio opuscolo, dal quale tutti vollero toglier armi per l'accusa, senza badar mai al significato dell'insieme, ma all'effetto delle frasi staccate, io ho detto:
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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