Ed ho anche sott'occhio la «Dottrina Cristiana elementare per la città e diocesi di Faenza... accresciuta ecc. per comando dell'Ill.mo e Rev.mo Monsignor Gioacchino Cantagalli, vigilantissimo Vescovo di Faenza» ed a pag. 38 della mia edizione (1897), alla spiegazione del Pater Noster, leggo: perdoniamo le offese ai nostri nemici, perchè non è ragionevole che Dio perdoni a noi li peccati, che sono offese grandissime, se non vogliamo perdonare le ingiurie fatteci, che sono offese di poco momento». Belle e sante parole, specialmente in bocca di chi si querela per ingiurie! Aveva ragione il buon prete faentino che inviandomi la «Dottrina» scriveva in fondo alla pag. 38 queste parole: «Qua etiam libertate laicos corripere poterunt sacerdotes cum tacite sibi ipsi respondeant eadem se admisisse quae corripiunt (Concil. Trident. Proem. ad Sess. XIV).
E quante altre sante cose, per comando del Vigilantissimo Pastore s'insegnano ai fedeli!
«In che maniera si dimostra coi fatti il buon cuore? Col mostrare di non essere nemico....». «Sonovi altre (opere) di Misericordia spirituali?... - 5. Perdonare le offese. 6. Sopportare pazientemente le persone moleste...».
Belle e sante cose senza dubbio, ma chi le predica, le fa insegnare e le insegna, opera il contrario! E se un povero cristiano stupito e sdegnato rimprovera al Ministro di Dio la disformità delle parole e delle opere, se gli rinfaccia la smentita che la condotta infligge all'insegnamento, allora il predicatore del perdono, il maestro di carità, sussurra «justitia et pax osculatae sunt» e ricorre al Pretorio dove si costituisce Parte Civile!
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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