Non può essere che la Giustizia nel cui nome rendete degnamente a ciascuno il suo, voglia condannato me per le peccata altrui. Non può essere che questa immeritata tribolazione, figlia dell'ira politica, vomito dell'odio di parte, per la quale un ministro di quel Cristo che morì perdonando ai crocifissori mi trascina da oltre un anno pei Tribunali non consentendomi nemmeno il triste compenso di vederlo in viso, debba distrarmi più oltre dal pensare e dall'operare, in quel poco ch'io possa, senza sentirmi sempre insidiato dal cruccio e perseguitato dalla vendetta. Liberatemi Voi da queste miserie che si fingono dignità, da questi piccoli interessi e torbide passioni che si pretendono santità canonizzabili e intangibilità sacrosante, sognanti il sacrilegio persino nel sorriso che voglion punito in nome del Re da quegli stessi Giudici al conspetto dei quali sdegnano di comparire perchè rendon ragione in nome del Re! Rendetemi, o Giudici, alla pace de' miei libri, al mio tranquillo e civile lavoro, dal quale troppo spesso l'impeto del sangue non ingeneroso mi disvia per reagire contro la violenza, l'ingiustizia, e la disonestà che si vogliono far credere ora voce di popolo, ora voce di Dio. Justitia et pax osculatae sunt, mi hanno detto per scherno; ma fate Voi che la Giustizia e la Pace, non per ironia ma per verità, rampollino insieme, lodate e benedette, dalla sentenza Vostra. Fatela Voi la Giustizia, insegnatela Voi la Religione a chi mal si arroga di insegnarla con le querele e le maledizioni, poichè la Religione di Cristo è la Giustizia: quella Giustizia in nome della quale Vi domando che, corretto l'errore del primo Giudice, sentenziate non farsi luogo a procedere per inesistenza di reato contro al ricorrente
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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