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      Avevo già sentito a dire: -
      ubriaco come la giustizia!" - ma non credevo che la disistima per la magistratura fosse giunta al segno di farsi ingiuria nella bocca dei contadini!
      Certo, c'è esagerazione, ma il sintomo è grave.
      La giustizia è come la religione, che non ha ragione d'essere se non nella fede. E di questo discredito della magistratura non solo si impaurano i cittadini, ma gli stessi uomini che sono chiamati a disciplinarla e difenderla. Un concorso a pochi posti, con temi facilissimi, ha chiamato forse mille concorrenti e il risultato fu un disastro. Ciò radica sempre più nel concetto delle masse che la magistratura non sia che il rifugio dei legulei che non trovano da difendere un ladro di galline, e questa dolorosa convinzione si legge troppo chiaramente tra le righe dei resoconti parlamentari, come si sente a troppo chiare note nei discorsi d'ogni giorno, fino tra i contadini.
      Mi fu raccontato da persona sincera che, presentandosi un laureato all'esame di procuratore, non seppe rispondere o rispose un sacco di sciocchezze. Il capo degli esaminatori, meravigliato, gli chiese come diavolo, così ignaro della legge e della procedura, avesse osato di presentarsi all'esame. Ma il candidato meravigliato anche lui, rispose franco: "Ma non sa Ella che io non intendo di far l'avvocato? Voglio dedicarmi alla Magistratura!" E passò, non dico a pieni voti, ma passò.
      La magistratura istessa sente questa sua deficienza che le menoma la fiducia del paese ed invoca, dove e come può, un rimedio a tanta miseria deplorabile e deplorata.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





Avevo Magistratura