Provato prima che interesse potesse avere il Boccaccio a inventare quella fiaba, resta a provare come non temesse poi di vedersi ripreso. Non dico questo per entrare nella quistione, ma l'aver trovata vera la persona del Giardini e tutte le particolarità riferite intorno a lui ed al padre suo, mi fa, per lo meno, esser guardingo nell'accusare di mendacio le parole che gli son poste in bocca.
Ma ormai basta. L'Imbriani che si è rallegrato da buon capitano, quando gli ho ucciso sotto un cavallo, si rallegrerà certo vedendo che anche glielo seppellisco con tutti gli onori. Nè per questo mi ritengo un gran paladino. Al minimo coscritto può ben capitare di tirar giusto, una volta, per caso.
AD UN GIORNALESignor direttore,
Un amico mi domandò un libretto d'opera e glielo feci. Lo feci male per cento ragioni, metà delle quali indipendenti da me, ma ad ogni modo lo feci male, anzi malissimo. Nel fabbricarlo m'accorgevo bene che razza di roba m'usciva di corpo, ma in quel tempo non dovevo alcun riguardo ad un pseudonimo sconosciuto, nè pensavo ad una possibile pubblicazione. I nodi però vennero al pettine e l'amico, sulla soglia del palcoscenico, suppose che la notorietà del pseudonimo potesse aiutarlo. Accadde precisamente il contrario, ma intanto cedetti all'amicizia e firmai una Cloe che non avrei firmato nemmeno per scherzo.
Nel Crepuscolo di Genova, Anno II, N. 39, un signor Arnaldo mi pettina a dovere a proposito della Cloe e mi canzona con una certa ironica superiorità che mi fa sospettare in lui un collega in Apollo, beato e contento di farsi vedere più in alto degli altri: Canzonare non è criticare e certe canzonature potrei rimettergliele in tasca.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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