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      Le quali perdite, in sé grandissime, fa ancora maggiore la causa per la quale tu l'hai perdute; perché non morte naturale del papa, non impedimento sopravenuto alla persona tua, non caso ordinario o che prima si fussi potuto pensare, t'ha tolto tanto grado, ma uno accidente atroce e miserabile, sendo quello povero e misero principe così infelicemente diventato prigione degli spagnuoli. In che bisogna che non solo ti offenda el danno tuo, ma forse non manco quello di Italia e di tutto el mondo; non solo lo interesse tuo, ma la compassione di quello infelice signore col quale hai grandissima obligazione, e per gli utili e per gli onori grandissimi che t'ha fatto, ma molto più per la fede eccessiva che ha avuto in te, per la quale t'ha tante volte posto in mano tutto lo stato suo, non ostante che tu non gli fussi né parente, né ne' tempi infelici di casa sua gli avessi serviti ed obligatili in cosa alcuna.
      Ed in questo oltre al dispiacere che tu senti di tanta sua miseria, credo ti molesti non poco el ricordarti che la deliberazione del pigliare la guerra dalla quale sono nati tutti e' suoi mali, fu ancora consigliata e riscaldata da te: in modo che non meno ti debba muovere el parerti che anche tu n'abbia dato qualche causa, che faccia lo effetto stesso di tanta ruina; e se pure tu non avessi perduto altro che questi accidenti dependenti dal papato, credo che pure li tollereresti assai commodamente, considerando che erano cose avventizie e non naturali tue. Ma quando io veggo che tu sei percosso si può dire nel tuo proprio, ed in quello che depende dalla patria tua, non posso credere che el dispiacere tuo non sia infinito; perché io veggo che con grandissima iniquità ti è stata posta una gravezza di qualità che le facultà tue non la possono portare; e se si metterà in uso qualche volta, bisogna o che pagandola tu impoverisca, o che non la volendo pagare tu perda per modo di parlare la civilità e forse la patria, donde oltre alli altri incommodi ti si difficulta mirabilmente el maritare delle figliuole, cosa tanto stimata da te, ed in modo che quelli medesimi che altra volta l'hanno dimandate, offerendole ora tu loro, le rifiuteranno.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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