Perché come tu proponessi la memoria dell'altra vita, a comparazione della quale questa è uno punto, e che Dio manda spesso le tribulazione agli uomini non per gastigargli ma per purgarli, e che chi per amore suo le tollera pazientemente ha da reputare felicità lo essere visitato da lui di qua con questi modi, perché mirabilmente approfittano di là: chi dico, si riducessi a memoria queste cose, sarebbe ne' tuoi dispiaceri con maggiore piacere che non avesti mai tu nelle tue felicità. Così, chi procedendo filosoficamente si ricordassi che questi beni della fortuna sono di nessuno momento, e da essere stimati da' savi come cosa vilissíma, e' quali chi perde, perde più presto una soma inutile e travagliosa, che cosa di alcuno valore, e che la felicità ed el sommo bene consiste solo nella virtù e ne' beni dello animo: chi dico, si ricordasse di questo, avendo perso quello che hai perduto tu, non gli parrebbe avere perduto niente, ma essere più leggiere e più scarico a seguitare el resto del cammino suo.
Sono queste cose verissime, e che se noi avessimo purgato gli animi, come ragionevolmente doverremo avere, medicherebbono tutte le nostre infermità, e ci terrebbono sempre in questo mondo contenti e felici; ed io non solo giudico degni di laude, ma ammirabili e beati quelli che si truovono disposti in modo che con queste contemplazioni si spicchino tanto dalle cose del mondo che non sentíno e non curino gli accidenti suoi. Ma ho anche per scusato chi dalla fragilità umana è impedito a levarsi tanto alto, e chi in ogni avversità che gli sopravenga si ricorda e senta di essere uomo; e come io desidero che tu sia in questa perfezione, così confesso io di esserne alieno: e però non volendo imitare certi medici che spesso danno allo infermo quelle medicine che per sé non piglierebbono, parlerò teco più bassamente e più secondo la natura degli uomini e del mondo.
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Dio
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