Le quali ragione perché mi pare che siano abastanza, e perché sono più secondo el gusto della nostra fragilità, io non ti riduco in memoria la autorità de' filosofi che non tennono mai conto alcuno di questi beni della fortuna, per essere alieni e troppo sottoposti a ogni mutazione, e perché quando bene durassino non vi si truova drento quiete e tranquillità di animo, che è el frutto principale delle felicità; non la memoria della legge cristiana la quale ci ricorda che abbiamo a morire, che questa vita a comparazione della altra è uno punto, che la felicità ed infelicità nostra s'ha a considerare dalla condizione che per le opere nostre areno di là, che le tribulazione nel mondo sono spesso desiderabile perché sono visitazione di Dio a chi le riceve con forte animo, e mezzo a conseguire quella eterna felicità. E così se tu consideri questa misura e come cristiano e come filosofo ed uomo del mondo, troverrai o che questa vita è più desiderabile o almanco non tanto peggiore che meriti querela, ed oltre che è così debita e conveniente, consiste ancora in questo l'onore e riputazione tua, che tu ti ci disponghi ed accommodi, in modo che non paia uomo che nascessi ieri né che non abbi provato niente delle cose del mondo, ma che abbia a essere cognosciuto da ognuno, persona piena di notizia di lettere, piena di virtù, e finalmente piena di animo e di esperienzia.
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Francesco Guicciardini
ORATIO ACCUSATORIA
Non si doveva pregare più Dio di cosa alcuna, giudici, nessuna in questo tempo poteva essere più a proposito della republica, che esserci data occasione che questa nuova legge dell'accusare, ordinata con quello ardore che voi sapete di coloro che favoriscono la nostra libertà, fussi ne' suoi princìpi confermata con qualche notabile esempio; la quale poi che si è offerta più opportuna ancora e maggiore che non aremo saputo immaginare, non può essere dubio a persona che non consiglio ed opera alcuna di uomini, ma la divina voluntà e disposizione ce l'ha mandata.
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Dio Guicciardini Dio
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