Dimandate e' soldati perché consumarono e' vostri grani, e' vostri vini, le vostre bestie: vi diranno che per non essere pagati era necessario vivessino di quello che trovavano; dimandateglí perché saccheggiorono e venderono le masserizie e le mercatantie, perché feciono e' prigioni: vi diranno che perché pure bisogna al soldato altro che mangiare, gli era dato licenzia da messer Francesco di fare questo; dimandategli perché sforzorono le donne, perché abruciorono tante case, perché amazzorono tanti uomini, perché fracassorono e rovinorono tanti ornamenti, perché feciono tanti mali sanza alcuna loro utilità: vi diranno a una voce che vedendo che messer Francesco non aveva alcuno rispetto, alcuna umanità, alcuna pietà alla sua patria ed a' suoi cittadini, credevano portassi loro odio e gli avessi per inimici, e però quanto peggio facevano, tanto più pensavano di fare cosa che gli fussi grata.
O ribalderia, o sceleratezza inestimabile, o impudenzia singolare, o incredibile pazienzia e dolcezza del popolo fiorentino! Tu doppo avere fatto tanti mali, offeso in tanti modi e sì atrocemente ognuno in publico ed in privato, doppo averci fatto peggio che non feciono mai gli inimici, doppo averci dato a sacco per tôrci e' nostri danari, doppo l'averci assassinati ed amazzati con le arme nostre, con le arme che noi t'avavamo dato per nostra difesa, hai ardire tornare nella città, andare alla signoria, venire ogni dì con faccia piena di audacia in publico; chiamato in giudicio hai ardire di comparire, hai ardire di sperare di essere assoluto; e questo popolo è sì dolce, sì buono e sì paziente che non ti lacera?
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Francesco Francesco
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