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      Come sia da maravigliarsi che chi non è stato ritenuto né dalla vergogna, né dalla paura, né dalla conscienzia a fare tanto assassinamento, non gli sia bastato l'animo a fare uno libro falso!
      Dimmi Alessandro del Caccia, tu che sei mercatante, che sei uso a maneggiare danari, che sai quanto importano queste cose, parevat'egli onesto che una somma infinita di danari, tante centinaia di migliaia di ducati si maneggiassino così sobriamente, così asciuttamente ed in modo che se n'avessi a prestare fede a te solo? Come non si accompagnava el detto tuo con le ricevute di chi gli ha avuti, con le fede delle terze persone, con tante chiarezze come facilmente si poteva, che non si lasciassi luogo da dubitarne? Quello che e' mercatanti cauti fanno nelle centinaia di ducati, non ti pareva conveniente doversi fare in sì grossa quantità? Quello che tu eri solito fare negli interessi mediocri di Iacopo Salviati, non ti pareva debito farsi nello stato della tua patria? Avevavi accecati tutt'a dua tanto la avarizia ed el peccato, che voi credessi che uno furto sì smisurato e che toccava a tanti, non avessi a venire a luce? Credevi voi che in questa città fussisi poco ingegno, sì poco discorso, sì poca esperienzia che questi conti, che per loro non hanno lume alcuno ed in contrario hanno tante ripruove, vi fussino ammessi? Sono certo non ci stimate però sì poco che lo credessi; e se avessi pensato averne a rendere el conto qui, saresti stati o più vergognosi a fare el male o più ingegnosi a dargli colore.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Alessandro Caccia Iacopo Salviati