Ho confessato e confesso di nuovo che le dote tue sono rare, e che tu hai qualità da fare faccende, in modo che se el papa non avessi facultà di eleggere ministri se non di una città sola, potrebbe forse passare questa risposta; benché né anche sanza difficultà perché io t'ho per uomo virtuoso, non già per miracoloso. Ma potendo el papa ed essendo consueto eleggere ministri di ogni qualità e di ogni nazione, ed avendo sempre intorno infiniti che cercano queste cose, troppo presummi di te medesimo, troppo credi che noi ti stimiamo, se pensi darci a credere che la necessità l'abbi indotto a disprezzare e' prieghi e le ambizione di tanti che erano in corte, e venire a cavare da' libelli e di uno studio te che eri lontano dagli occhi suoi, che pensavi a ogni altra cosa, che eri sanza notizia e pratica alcuna di governi e di cose di Chiesa. Però rimuovi, lieva via, ti priego, questa difesa come vana, come arrogante, come più atta a dimostrare la tua natura e la immoderata opinione che hai di te, che a darci indizio alcuno di virtù o diminuire in parte alcuna questa suspizione.
Ma perché consumo io tanto tempo, perché cerco io sanza bisogno tanto di conietture, come se manchi la facultà di allegare effetti, esperienzie certe ed inescusabile, e non una sola, ma più? Dimmi, non si sa egli che doppo la morte di Lorenzo, el cardinale de' Medici che oggi è papa, sendosi fermo al governo di Firenze, volle che tu restassi qui, con lasciarti e' governi in mano e tenervi per sostituto Luigi tuo fratello?
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