Ordinarono le legge supplicio crudelissimo a chi amazza el padre; quanto più merita chi amazza la patria, con la quale abbiamo maggiore vinculo, ed offendendo quella non si offende uno solo, ma infiniti, non si toglie la vita a uno che aveva a vivere pochi anni, ma a chi poteva averla lunghissima e forse perpetua! Gli altri delitti quando sono commessi possono essere facilmente puniti, perché non si spengono e' ministri delle legge; ma mutati gli stati, oppressa la libertà, chi gli muta non solo resta in grado di [non] temere di essere gastigato del male che ha fatto, ma con autorità di offendere chi non ha mai fatto se non bene. Gli altri delitti sono particulari, questo universale; negli altri delitti se bene la pena non emenda al danno, pure fa satisfazione o pari o poco minore della offesa; ma che è el tôrre la vita a uno scelerato che abbia occupato una libertà, a comparazione di tanti mali, di tanta ruina di che è stato causa? Però a cercare questo delitto con tutte le severità non bisognano indizi o molto leggieri, a punirlo non bisogna le opere, basta l'avere voluto, l'avere saputo, a assicurarsene basta l'avere sospetto, el cognoscere che lui abbia commodità, abbia facultà.
Così hanno fatto sempre coloro che sono stati maggiori e più savi che noi, coloro della virtù de' quali possiamo più presto maravigliarci che aggiugnervi pure coi discorso. In Roma doppo la cacciata de' Tarquini... e' re, doppo avere tolto loro e' beni, avere fatto morire una congiura di giovani nobilissimi che trattavano di rimetterli, doppo l'avere con molte buone legge, con molti buoni ordini stabilito la loro libertà, non parve loro abastanza avere punito e' peccatori, avere levato via e' sospetti, l'avere proveduto dove era ogni spezie di pericolo a tutto quello che poteva nuocere non solo con lo effetto ma con lo esemplo; che ancora giudicorono necessario tôrre ogni autorità che cosa che potessi dare ombra alla libertà, e che fussi meglio essere incolpati di diligenzia superflua, che lasciare apparire vestigio alcuno di negligenzia.
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Roma Tarquini
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