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      Francesco Valori, quando io ero giovane, cittadino buono e di grandissima autorità, essendo el popolo in tumulto per le cose del frate, mentre che con uno mazziere innanzi andava per comandamento della signoria da casa sua in Palagio, fu amazzato per la via da' parenti di Niccolò Ridolfi e di quelli altri e' quali lui poco innanzi aveva procurato che si punissino, perché avevano congiurato di rimettere Piero de' Medici. E noi tutti, uno popolo intero, non abbiamo avuto ardire di fare per la salute nostra sì giustamente contro a uno tale scelerato, quello che pochi privati bastò loro l'animo di fare ingiustamente contro a sì buono e sì notabile cittadino, e ci maravigliamo poi che sì spesso si trovi chi abbia ardire di cercare di opprimere la nostra libertà, chi pigli ogni dì animo di fare machinazione e congiure, poi che è lasciato vivere chi sì manifestamente, così crudelmente ce l'ha tolta; e non solo lasciato vivere, ma permesso che usi la patria, usi la civilità, usi tutti e' benefici e le legge della libertà, non altrimenti che è permesso usare a chi l'ha fondata. Ma poi che si vive così vediamo se vorrà allegare altra difesa.
      Ricorderavi come amatore della republica, o lui o altri per lui, che è mala cosa mandare in esilio cittadini, avere fuorusciti, che vengono molti tempi che sono dannosi alle città e danno animo a' prìncipi di travagliarle. Dirà che più si guadagnano e' cittadini co' benefìci, che non si spengono con le pene; essere più utile avergli drento amici, che fuora inimici; che la condannazione sua dispererà molti, temendo ogni dì el medesimo di sé, che la assoluzione assicurerà ognuno e fermerà gli animi che stanno sospesi; quello che in ultimo non gli parrà potere ottenere con questa ragione, cercherà di ottenere co' prieghi, con la misericordia, con la compassione.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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