Pagina (92/130)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Arebbelo a ogni modo fatto el tempo per se medesimo, perché come dice el proverbio, gli è padre della verità, la quale è impossibile che a lungo andare non venga in luce; ma con queste contradizione e dispute si chiarirà per modo che resterà sanza dubio più purgata e più splendiente. Però se lo accusatore mio si è mosso a questa accusazione per zelo, come lui ha detto, della republica, non posso, sendo ancora io cittadino, volergli male di questa sua buona mente; se l'ha indotto la ambizione, come e molti credevano prima, ed ora che l'hanno udito lo credono molto più, sono sforzato avere obligazione alla imprudenzia sua, poi che non ha cognosciuto che da quelle arme con che credeva offendermi ed opprimermi, io resterò difeso e sullevato, benché di lui e del fine suo io parlerò in altra parte.
      Ora poi che tutto el fondamento della innocenzia mia consiste in Dio e ne' giudici, io priego prima con tutto el cuore la Divina Maestà, che quale è l'animo mio e quali sono state le mie azione, tale sia el fine di questo giudicio. Se io sono infetto di quelli peccati che io sono imputato, non recuso di essere punito come meritamente si debbe, ed essere esemplo a ognuno della severità vostra, giudici; ma se io sono innocente, che mi dia facultà di esprimere bene le ragione mie ed illumini in modo la mente de' giudici, che la autorità che questo popolo ha data loro per gastigare e' cattivi, non sia a distruzione de' buoni.
      Di poi dimando a voi giudici non misericordia, non compassione, non memoria di quella benivolenzia che ho avuto con molti di voi, ma una sola cosa, ed a giudicio di ognuno molto ragionevole e molto onesta: che voi non portiate qua le sentenzie fatte in casa, ma le facciate nascere e le formiate in su questo tribunale; caviatele non dalle opinione e romori del vulgo, non dalle calunnie de' maligni, ma dalle conietture, da' testimoni, dalle pruove che vi saranno addotte in giudicio; rimoviate le impressione se alcuno n'avessi fatte, e fermiate l'animo e la intenzione come se oggi udissi una cosa di che non avessi mai sentito parlare, e con resoluzione di giudicarla non secondo che molti vanamente hanno creduto, ma secondo che maneggiandola e mettendo la mano nella piaga la vi apparirà e consterà. Così appartiene alla vostra bontà, la quale debbe essere più presto desiderosa di potere giustamente assolvere, che rigidamente condannare, o almanco non inclinata in parte alcuna; così appartiene alla vostra sapienzia, la quale debbe considerare quanto sia pernizioso alla republica che alcuno innocente sia con false calunnie, con invidiosi romori oppresso a torto; così ancora è la voluntà del popolo, el quale se bene ha creduto o crede forse ancora qualche cosa, ha però voluto che diligentemente sia cognosciuto la verità, e però non ha commesso o che io sia punito sanza essere udito, o preposto a questo giudicio uomini ignoranti e leggerissimi, ma persone di tanta prudenzia, bontà e gravità, che ha tenuto per certo che non manco abbino a sapere che a volere trovare la verità.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Dio Divina Maestà