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      Ma non si può ragionare della pena se prima non si cognosca del delitto; s'aveva prima a chiarire questo, prima a dichiarare el verbo principale, poi a parlare degli accessori, e spargere quella vena di eloquenzia, la quale ti è parso non potere fare meglio cognoscere che col pigliare una accusazione falsa, perché le vere sa mostrare ognuno anzi si sostengono da se medesime, né hanno bisogno dello ingegno o lingua dello oratore; benché più laudabile era cercare di mostrare alla patria prudenzia o bontà che artificio di parlare; mostrare che tanti anni che tu hai studiato e Cicerone e filosofi, avessi imparato che la patria ha bisogno di cittadini buoni, amorevoli e gravi, non di ornati parlatori, e' quali o non mai gli sono utili, o almanco sempre gli sono dannosi, se non hanno congiunta la prudenzia e gravità con la eloquenzia. Ed in che consiste più la prudenzia di uno accusatore, che in sapere eleggere reo che difficilmente possa essere assoluto, non uno che non possi essere condannato? In che consiste più la gravità, che nel fondarsi in cose solide, pesate e certe e vere, non in argomentuzzi ed in cavillazioncelle, che da lontano paiono poco, da presso e quanto più le strigni si risolvono in fummo?
      Ha chiamato per testimonio uno esercito intero; credetti vedere questa piazza piena di arme e di cavalli; ebbi, io lo confesso, paura, perché ora che sono così abietto, così percosso dalla fortuna, con difficultà combatto con uno, non che io potessi difendermi da uno esercito. Ma dove è questo esercito?


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Cicerone