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      Se adunche io facessi instanzia che a questi testimoni che dicono avere patito gravi danni, non si credessi, che non si tenessi conto alcuno del detto loro, né e' giudici lo negherebbono, né questa moltitudine se ne maraviglierebbe, né tu sapresti che dire in contrario. Ma vedi quanto io procedo alla piana, quanto io confido nella verità, quanto io non fo altro fondamento che della innocenzia mia: non oppongo a questi tuoi testimoni né questo né altro che si potessi opporre; non gli rifiuto; presto loro quella medesima fede che tu, anzi gli metto in migliore grado; che dove tu gli hai prodotti per soldati, io sono contento che questi giudici gli accettino per vangelisti, perché non so se el detto loro è vero o falso, ma so bene che non mi nuoce; ed a te forse pare che io t'abbia fatto una grazia grande, a me pare averti donato non nulla.
      Che dicono questi benedetti testimoni? Dicono che quando si facevano quelli danni, udirono dire a molti fanti, (forse che hanno allegato capitani? o almanco avessino allegato uomini d'arme!) udirono, dico, dire a molti fanti, mentre che erano ripresi del rubare, che rubavano perché non erano pagati, e messer Francesco aveva dato loro licenzia che rubassino; questo ridotto atto è el sugo di tutto questo esamine. O bello testificato, o pruove concludente, o testimoni da averne paura! Non si sa chi siano questi fanti, non di che compagnie; non so se erano fanti pagati ordinariamente, o pure venturieri mescolati tralle compagnie, come sempre ne concorre infiniti drieto agli eserciti; e noi vogliamo avergli per testimoni, stare a detto di loro soli in una causa di tanta importanza, di tanto interesse?


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Francesco