Pagina (112/130)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E nondimeno quanto sono io restato ingannato! Quando la nave era condotta in luogo che vedeva el porto, quando credevo cominciare a godere questo frutto di tante fatiche, di tanti pericoli, di tanti anni che mi sono strascinato, che ho stentato, che Dio sa se ebbi mai uno dì di riposo, quando credevo potere vivere riposato e consolato, ogni cosa mi è tornata vana, mi sono trovato con le mani piene di fummo. Se io avessi perduto la roba, se io avessi perduto e' figliuoli, se avessi perduto la patria, non mi dorrebbe la metà; ma troppo mi pare strano, troppo mi pare ingiusto, troppo mi pare disonesto che in sullo uscio della patria mia mi sia caduto quello buono nome, che per condurci avevo rifiutato più oro, più oro che non pesa quello gigante. Dio che cognosce el cuore degli uomini, a chi non è occulto nulla, sa se io dico la verità; nel quale se io non sperassi, credo mi pentirei di tutto el bene che io ho mai fatto, di tutto el male che io ho potuto fare [e] non ho fatto; ma voglio sperare in Lui: forse ha permesso questo a qualche buono fine acciò che io non mi lievi in superbia, acciò che io ricognosca ogni bene da Lui e non da me. Sono contento alla voluntà sua, ma lo prego bene con tutto el cuore che voglia che la verità abbia el luogo suo, e che finalmente torni di me in quella buona opinione che già soleva avere. Ma seguitiamo el parlare nostro.
      Vedete di che qualità io sono stato ne' governi e con quanta nettezza e buono nome io sono vivuto; e se io sono stato così in città forestiere, dove sapevo non avere a vivere continuamente, e dove l'avere grazia e viva fama, subito che io ne fussi partito, non importava nulla, che si debbe credere che io sia stato quando ho maneggiato le cose vostre?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Dio