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      Non potresti rispondere né credere altrimenti; dunque bisogna che el medesimo diciate e crediate di me, se la impressione fatta prima non vi occupa el giudicio, se volete giudicare con la verità non co' gridi: però di nuovo vi priego che abbiate lo animo vacuo, né crediate se non quello che trovate, quello che vi si pruova e vi si mostra. Sono stato netto tanti anni, astenutomi da' furti piccoli, da' mediocri, per diventare in uno momento sceleratissimo? Non è questo secondo la natura delle cose, né può essere: nessuno, dice el proverbio antico, diventa in uno tratto tristissimo; sono scale che si salgono a scaglioni, si comincia, prima si augumenta, poi si conferma; così fu sempre fatto el mondo per gli altri, così s'ha a credere a me. Immaginatemi ladro quanto voi volete, quanto ha detto lo accusatore; non sono però stato d'altra natura, né proceduto altrimenti che abbino solito a' fare gli altri ladri; quello s'ha a credere che è verisimile che si può credere, non quello che aborrisce dal senso di ognuno, che è contro alla consuetudine, contro allo ordine e contro al naturale di tutte le cose.
      Ma udite vi priego un'altra più presto certezza che coniettura. Se io ho rubato tanti danari, bisogna che io gli abbia o che io gli abbia spesi; ecco qui el calculo di tutte le possessione che io ho comperato, ecco qui el sunto cavato di tutti e' libri che io ho prodotti, così quegli che ho tenuti io, non con ordine mercantile ma con tale ordine che apparisce la verità, come quegli che con stile mercantile ha tenuti Girolamo mio fratello.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Girolamo