Ed essendo prima questi pericoli che quelli che succedono poi che el re de' romani ará fatto piede in Italia, non sará da maravigliarsi che el re di Francia vi pensi prima, seguitando in questo la natura commune degli uomini, che spesso temono e' pericoli presenti e vicini piú che non debbono, sempre tengono manco conto de' futuri e lontani che non è da tenere, e vi sperano molti rimedi e dal tempo e dagli accidenti che spesso non riescono. Di poi quando bene sia vero che questo partito non sia utile per lui, non siamo però sicuri che non l'abbia a pigliare. Non sappiamo noi quanto ora el timore ora la ambizione acciecano gli uomini? non cognosciamo noi la natura dei franzesi leggiere a imprese nuove, e facile a sperare sanza modo quello che desidera? non ci sono noti gli stimuli e le offerte che ha da' milanesi, dal papa, da' fiorentini, dal duca di Ferrara, dal marchese di Mantova, bastanti a accendere ogni quieto animo? Gli uomini non sono tutti savi, anzi la maggiore parte non sono savi; e chi ha a fare pronostico delle deliberazione di altri, non debbe tanto andare con la misura di quello che ragionevolmente doverrebbe fare uno savio, quanto con la misura del cervello, natura ed altre condizione di chi ha a deliberare; e chi procede altrimenti spesso si inganna.
Però volendo giudicare che deliberazione piglierá el re di Francia, non bisogna avvertire tanto a quello che ragionevolmente doverrebbe fare, quanto ricordarsi che e' franzesi sono inquieti e leggieri, e soliti a pigliare spesso e' partiti con piú caldezza che prudenzia.
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