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      Sa pure lui quanto è potente la Magna; e quando sará giá aperto lo adito in Italia e la speranza della preda sará presente, sará piú facile che si unisca o tutta o parte alle imprese di Italia che non è ora. E non abbiamo noi veduto che el re di Francia ha temuto sempre e' moti de' tedeschi, e di questo re cosí povero e disordinato come è? E molto piú lo temerebbe se lo vedessi in Italia, perché sarebbe certo di avere con lui o guerra pericolosa o pace fastidiosa e di grandissima spesa.
      Che abbia voglia e stimulo di recuperare Cremona e le altre terre è verisimile, ma non con modo che sia maggiore la perdita che el guadagno; ed in questo caso io voglio piú presto credere che si governi con la ragione, che indovinare che abbia a fare una pazzia; massime che se noi consideriamo bene la natura di questo re, è stata sempre di fare le cose sue sicuramente, e gli errori che si dice avere fatti, sono stati piú presto per volere procedere con troppa sicurtá che con troppa caldezza. Questa fu la causa per che divise el regno di Napoli, per levarsi gli ostaculi e le difficultá, la quale deliberazione io non dico che fussi savia, ma dico che non nacque dalle cagione che è stato detto; e per la medesima cagione consentí smembrare Cremona e darla a noi, per potere con la unione nostra pigliare el resto sanza colpo di spada. Però s'ha a credere che governandosi con la ragione e governandosi come è consueto nelle altre imprese, non vorrá, per recuperare Cremona, mettere in tanto pericolo lo stato suo; massime che per questo non resterá fuora di speranza di poterla recuperare a altro tempo con piú sicurtá e con migliore occasione, le quali spesso vengono, ed agli uomini ancora è facile el promettersele piú che el conveniente.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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