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      Ma per tornare al proposito primo e fare qualche conclusione, benché el giudicare sia molto difficile, ed ancora, come mostra la esperienzia, molto fallace, pare da dire che le cose di Francia sarieno in mali termini, quando in uno tempo medesimo avessi a combattere contro a tutti li inimici sua, o che oltre a questi che ora sono scoperti, si aggiugnessino lo imperadore ed e' svizzeri, o almeno e' svizzeri soli. Ma quando non li abbi contro, e si potessi valere de' svizzeri come soldati, pare che le cose sue sieno molto gagliarde e da potere venire animosamente a ogni giornata; levati e' svizzeri di giuoco, el caso rimane dubio, e nondimeno tutto agosto o al piú settembre ne daranno sentenzia. Perché se in detto tempo costoro espugnano e' luoghi importanti delle frontiere, rimangono al disopra; non li espugnando, si vede che la dilazione del tempo è per offenderli per tanti versi, che questa impresa porta pericolo di non si risolvere. E liberandosi el re di Francia per ora da questo assalto, rimane sicuro insino a nuova primavera, ed in questo mezzo potranno nascere tanti accidenti e variare tanto le cose, che si ará a fare giudicio di altre occorrenzie e di altra maniera.
     
     
     
      IV
     
      [SULLE MUTAZIONI SEGUITE DOPO DA BATTAGLIA DI RAVENNA.]
     
      Se bene el desiderio di sapere le cose future, massime quando sono di molta importanzia, è tanto naturale a tutti li omini, che continuamente li sprona andarle investigando e cercando di conietturarle, da altro canto le vanno sí variando fuori della opinione di tutti, che li è piú tosto da maravigliarsi di quelli che mossi dallo appetito della natura le vanno curiosamente ricercando, che di coloro che per desperazione di poterle aggiugnere ne levano ogni pensiero.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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