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      Di questo, se cosa alcuna ne fa fede, mi pare che sopra tutte le altre la faccia el considerare quanto sieno state spesse, grande e mirabile le variazione dallo aprile proxime passato insino al presente mese di gennaio, dove non è, né in Italia né fuori, rimasto piú cosa alcuna che si ricognosca.
      Trovavasi in quel tempo el re di Francia vittorioso in Italia collo stato di Milano e di Genova; aderivali Bologna e Ferrara; Romagna sotto nome del concilio pisano era sua, ed avendo vinta la giornata di Ravenna con tanta fuga delli spagnoli, non si vedeva pure dove fussi uno cavallo da poterli resistere, e si giudicava che quello solo non avessi ad essere suo, dove e' non voltassi le gente. Mutossi in uno subito la fortuna, e si trovò cacciato di Italia tutta, a tempo che si credeva fussi ogni giorno per correre insino a Roma e Napoli; né perdé solo Milano e Genova, cose guadagnate nuovamente, ma ancora Asti suo avito ed antico patrimonio. El medesimo re era in dubio e pericolo grande delle cose di qua, per la lega fatta tra el re di Aragona e di Inghilterra, e per lo scendere delli inghilesi nel ducato di Ghianna, dove si stimava che congiunti colle gente spagnole avessino a fare qualche processo grande; la quale opinione fu tanto discosto dal vero che non solo li inghilesi non veddono el terreno suo, ma si partirono bruttamente, e venuti in diffidenzia tra loro e questa maestá; ed el re di Francia, in cambio di avere a difendere el suo, ha avuto animo e forze da offendere altri, e mandato uno poderoso esercito nel regno di Navarra.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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