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      Quel che si possa sperare de' svizzeri è detto abastanza, perché se bene per loro faccia da uno canto piú, che in Milano sia uno duca particulare che uno re di Francia, conciosiaché quanto el signore di quello stato sará piú debole, piú lo potranno maneggiare, pure da altro canto pare che sia molto a loro proposito el fare ogni dí mutazione e rivolte, ed inoltre a volerli levare bisognerá danari, e ragionevolmente saranno con chi ne dará loro maggiore somma. Lo imperadore anche è in poca considerazione da per sé, per essere povero e disordinato, e mancarli tanto el modo ad eseguire, quanto li abonda la invenzione a disegnare; né è da sperare che la voglia del recuperare el ducato di Borgogna muova lo stato di Fiandra a sovvenirlo perché e' facci quell'impresa, essendo per la poca etá di quel signore e disordini di quello stato, necessario el consenso de' populi, e' quali vivono assai di industria e mercantie, e si intende essere al tutto vòlti a stare in pace; e però volendo che lo imperadore facessi movimento, bisognerebbe che el re di Inghilterra lo suvvenissi di danari come si ragionò la state passata; il che ancora non farebbe frutto certo, rispetto a' disordini e prodigalitá sua, se non si li dessino molto ordinatamente, verbigrazia ponendo in campo chi pagassi a' tempi le gente, sanza lasciare a lui facultá di porre le mani in su' danari, cose piú facile a dire che fare. Rimane adunche lo imperadore quanto a sé inutile e forse piú tosto di danno, per essere consueto el re di Francia a pascerlo; il che non si faccendo da questi altri, potrebbe la natura ed e' bisogni sua farlo forse ritornare in amicizia co' franzesi, e forse aderire al concilio pisano.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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