Ma non so giá se e' parrá loro che basti alla sicurtá propria lo insignorirsi di Napoli, e se el non parere questo, o veramente lo sdegno di vedere loro el papa inclinato almeno collo animo e col desiderio alla via degli inimici loro, o lo appetito di crescere ed assicurarsi tanto piú, gli fará trascorrere piú oltre, e pensare a abassare el papa, a che sono molte cagione che gli possono invitare: parere loro crescere ed assicurarsi tanto piú e levare di Italia ogni spirito che potessi essere in tempo alcuno stimolo o compagno di altri a travagliarli, e tanto piú quanto per e' progressi di questo papa saranno capacissimi che a lui dispiaccia sommamente la grandezza loro in Italia; e la potenzia sua avendo congiunto al dominio antiquo della Chiesa lo stato di Romagna, di Bologna e di Firenze, è da tenerne conto, e massime venendo el fratello e nipote in opinione di volere attendere alle arme. Nondimeno el travagliare lo stato ecclesiastico, oltre a essere contro alla professione del re Cristianissimo, e spiacevole per li esempli antichi e freschi a quella nazione, è cosa da potere concitare e per sdegno e per sospetto e per religione tutti e' principi cristiani, e mettere Francia in quelle difficultá che lo vedemo pochi anni sono. Né si può battere, o a dire meglio, disfare interamente el papa, non gli togliendo lo spirituale; e questo non si può torgli sanza el concorso della Magna e di Spagna, a' quali non è a proposito che Francia si faccia capo ed autore di una tanta cosa; e però saría facile cosa che el re di Francia, vincendo etiam Milano e Napoli, si astenessi da toccare la Chiesa; se giá per mettere un freno in bocca al papa e diminuirlo assai di forze, non voltassi lo stato di Firenze, parendoli che non sendo cosa ecclesiastica, questo uno modo da battere el papa sanza concitare li altri principi.
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