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      Resta considerare quello che sia da fare in caso che e' franzesi non passino. In che io tengo la medesima opinione, perché essendoci pericolosissimo che Cesare si faccia signore di Milano, la utilitá nostra ricerca che noi ci dilunghiamo da tutti quelli partiti che gli diano facultá di stabilirsi in quello stato; e se bene fussimo certi che e' franzesi non siano per passare di presente, non debbiamo levare loro le occasione, né quanto è in noi serrare loro la via di passare a altro tempo; perché mentre che lo imperadore temerá di questo, bisognerá che mantenga in Milano Francesco Sforza, ma assicurato da questo timore lo leverá cosí volentieri come lo potrá fare facilmente. A questo mi sará risposto che io direi bene se noi non ci tirassimo la guerra addosso, la quale sanza dubio ci sará mossa se noi non ci accordiamo con Cesare, ed e' franzesi non passino; e lo implicarsi ne' pericoli e spese presente o per interesse di altri o per fuggire le spese ed e' pericoli futuri, non è uficio di savi, e' quali sogliono ponere questa regola, che uno de' potenti rimedi che siano contra e' mali, è allungare quanto si può, perché el tempo per sé stesso porta seco spesso accidenti che te ne liberano. E sono ragione verissime, quando fussi vero che noi fussimo per avere la guerra; ma io credo el contrario, perché ancora che e' franzesi non passino, non hanno guerra in Francia né tali impedimenti che gli proibischino el passare; però ogni volta che costoro ci irritino, hanno da credere che noi fareno a' franzesi di quegli partiti che insino a ora non abbiamo voluto fare, e gli fareno passare, e cosí el romperci guerra per assicurarsi da' franzesi, non gli assicura ma gli mette in manifesto pericolo.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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