E se pure e' passassino, collegati che noi fussimo con questi altri, pensate che dolore sarebbe el nostro, considerando avergli aspettato tanto tempo in mezzo di tante difficultá e di tanti inimici, e poi avergli abbandonati a punto quando venivano; e quanto saremo imputati apresso alle altre nazione, o di poca diligenzia, o di poca prudenzia, o di troppa timiditá. Né vi persuadete che se loro sono in procinto di passare, che lo accordarsi noi con questi altri gli faccia mutare sentenzia: non è questa la natura de' franzesi che per uno accidente nuovo ritardino uno moto giá cominciato, né la potenzia loro è tale, avendo massime questa opportunitá de' svizzeri, che anche ragionevolmente debbino farlo, perché aranno tante forze e tanta copia di danari, che non sará gran fatto che sanza tentare la fortuna consumino questi altri; e vincendo ci saranno inimici, e perdendo, vincono gli inimici nostri. Però faccendo fine al parlare, el parere mio è, che noi, o passando o non passando e' franzesi, non abbiamo da temere guerra da questi altri, e però che sia molto piú a proposito nostro non si discostare dalla amicizia loro, e dargli animo a venire in Italia per la salute nostra, che collegandoci con lo imperadore, inimico nostro naturale, dargli co' nostri danari occasione di stabilirsi nel ducato di Milano, acciò che fatto questo, lo stato nostro resti totalmente a discrezione sua.
IX
[SULLO STESSO ARGOMENTO.]
IN CONTRARIO PER LA OPINIONE CHE PREVALSE.
Quanto è piú importante, onorevoli senatori, la deliberazione che noi abbiamo a fare, tanto piú si conviene esaminarla bene, il che non si può fare se la non si disputa diligentemente; però non solo non debbe essere ributtato con interpretazioni strane chi viene in questo luogo a dire liberamente quello che gli intende, anzi merita essere laudato ed invitato, e si debbe riprendere chi si sforza, con dare carichi falsi, spaventare chi viene a dire la opinione sua; perché è officio di ognuno di voi dire largamente el suo parere, e detto che l'ha, rimettersi al iudicio del senato, né cercare con gare o con modi indiretti che la sentenzia sua prevaglia e che nessuno abbia ardire di contradirla.
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Italia Milano
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