E perché tra molte cose che occorrono considerarsi in questa materia, e dalle quali depende la vostra deliberazione, è una: considerare se è a proposito nostro che el re di Francia torni nella ducea di Milano, io comincierò da questa; e dico che io concorro che avendo a essere signori di Milano el re di Francia o lo imperadore, è manco pericoloso per noi che sia el re di Francia, per le ragione che sono state saviamente considerate. Ma non confesso giá che di necessitá abbia a essere l'uno de' dua, anzi se noi sareno savi, ho speranza non piccola che el duca di Milano vi s'abbia a stabilire, che è quello che sopra ogni cosa abbiamo a desiderare; perché, può essere che io mi inganni, ma io mi persuado che, se noi accordiamo con Cesare, che e' franzesi, se bene avessino deliberato di passare, se bene fussino mossi, muteranno sentenzia, né ardiranno venire contro a uno imperadore e la unione di tutta Italia, cosa che in tempo alcuno non hanno mai ardito di fare.
El re Carlo che fu el primo che venne in Italia, ancora che avessi el regno potentissimo, e che el nome franzese fussi spaventoso appresso a ogni nazione, e che con Inghilterra e Spagna fussi pacificato, non ardí venire alla impresa di Napoli, se non chiamato dal duca di Milano signore di Genova, ed assicurato, si può dire, che noi stessimo neutrali. El re Luigi non venne alla impresa di Milano se non accordati noi, e lasciataci una parte di quello stato, e fatta amicizia col papa. El medesimo re, ancora che giá duca di Milano, collegato con noi e seguíto quasi da tutto el resto di Italia, non fece la impresa di Napoli, se prima non partí el reame col re di Spagna; non roppe guerra contro a noi, se prima non si accordò seco tutto el mondo.
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