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      Questo re Francesco, della ostinazione ed ardire del quale si dicono tante cose, se non avessi avuto lega con noi, non sarebbe venuto allo acquisto di Milano. Però quelle gagliardie che in altri tempi non hanno avuto ardire di fare, manco le faranno ragionevolmente ora, che per la guerra passata sono esausti, sono inviliti e sbattuti, avendo a venire contro a inimici da chi sí frescamente sono stati vinti, e non avendo di lá da' monti pace alcuna, ma da ogni banda sospetto di guerra. Ma che cerchiamo noi gli esempli piú vecchi? Non ci ricordiamo noi quante volte questo anno gli abbiamo stimulati al passare, offerendoli le gente a che eravamo tenuti per e' capituli vecchi? E se non gli è bastato l'animo, o non hanno potuto farlo avendo in compagnia noi, molto manco lo faranno avendoci contro.
      E quando questo sia cosí, cioè che loro non passino, se noi accordereno con Cesare, a me pare che si apra la via di consolidare nello stato el presente duca di Milano; perché se el fine delle guerre tra questi dua re fussi che e' franzesi restassino sbattuti di sorte che lo imperadore potessi tenerne poco conto, io in tal caso crederrei che torrebbe lo stato di Milano per sé, e questo può facilmente intervenire se e' franzesi passano, perché potrebbono avere qualche rotta sí notabile, o tirarsi in Francia qualche umore di tale importanza, che non si temerebbe piú di loro; ma se loro non passano, bisognerá che Cesare proceda con rispetto nelle cose di Italia, satisfaccia a' popoli di Milano, tenga bene contenti noi e li altri, acciò che non richiamiamo in Italia e' franzesi.


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Discorsi politici
di Francesco Guicciardini
pagine 167

   





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